La capriata è una struttura architettonica, tradizionalmente realizzata in legno, caratterizzata da una serie di elementi ben ancorati ciascuno dei quali svolge una precisa funzione statica.
La capriata: evoluzione storica
La capriata è una struttura architettonica, tradizionalmente realizzata in legno, che vanta antiche origini; pur se nel “De Architettura” di Vitruvio si parla dell’utilizzo della capriata come elemento di copertura, alcuni studiosi ipotizzano che già i greci impiegarono strutture di “forma triangolare”. L’architettura paleocristiana fece molto uso delle capriate, per coprire gli ampi spazi delle prime basiliche cristiane anche se, purtroppo, non ci sono pervenute tracce per potere analizzare la composizione dei singoli elementi e la tecnologia che caratterizzava l’unitarietà della struttura. Le capriata lignea paleocristiana era strutturata in modo tale da non generare spinte laterali sulla muratura e ciò consentiva ai muri laterali di non avere grossi spessori con assenza di contrafforti. Nel periodo romanico le capriate, che coprivano le navate laterali, furono sostituite da volte; solo nella navata centrale era possibile ammirare la spettacolare e ardita struttura. Nonostante le volte iniziarono a sostituire i tetti a capriate, la struttura lignea continuò ad essere utilizzata per coprire ampi spazi e in breve tempo si diffuse in tutta Europa e ad essa si apportarono delle varianti come, ad esempio, nell’Europa settentrionale dove le falde erano più inclinate rispetto alle classiche. Nel Medioevo, alla capacità strutturale degli elementi architettonici che costituivano la capriata, come puntoni, saette, catene e monaci, si aggiunse anche la capacità formale; le capriate infatti erano finemente decorate con colori vivaci, come ci dimostrano alcuni esempi ritrovati a Firenze. Lo studio effettivo della struttura nel suo funzionamento statico e nelle sue varie varianti, iniziò nel Rinascimento quando alcuni trattatisti come Mariano di Jacopo detto il Taccola, Leondardo da Vinci e Serlio ne cominciarono ad analizzare la composizione. Dagli studi effettuati, emerge che la capriata ancora non era conosciuta come “elemento reticolare”, dato che la tipologia classica caratterizzata da monaco, due puntoni, due saette, e catena venne trasformata introducendo più elementi di rinforzo. La famosa capriata “palladiana” è caratterizzata da un monaco, e due saettoni ben ancorati alla catena, costituendo una struttura perfettamente reticolare. Nel periodo rinascimentale e barocco l’uso della capriata fu meno diffuso ma non completamente abbandonato. Nel XVIII e soprattutto nel XIX secolo la capriata fu studiata sul piano teorico, comprendendone il funzionamento statico, così da realizzare strutture ben più complesse come le travature reticolari ad aste e nodi. L'uso della capriata nel XIX e nel Novecento fu rivolto soprattutto all'edilizia industriale, affiancando al tradizionale legno, anche il metallo come capriate in acciaio e infine il cemento armato.
La capriata: un gioiello architettonico
Le capriate sono uno spettacolare gioiello dell'architettura e vanno restaurate.